Anno costruzione: 2023
Anno progetto: 2023
Stato: Costruito
Posizione: Piazza Altozano, 16; 41010 Siviglia
Promotore: Ayuntamiento de Sevilla; Fundación Michelangelo homo faber; Ministerio de Cultura; Asociación contemporánea de Artes y Oficios
Architetto: Pablo M. Millán Millán
Commissari: Jean Blanchaert; Ramón Vergara
Collaboratori: David Vera García (architetto); Antonio Huertas Berro (architetto); Carmen Suárez Cortés (architetto); Alberto Anello (architetto); Javier Serrano Terrones (Achitetto tecnico)
Fotografo: Javier Callejas Sevilla
Quando Sant’Agostino nella Vulgata (Gv, 20, 17) parla di Noli me tangere, riconosce due realtà che coincidono nello stesso spazio ma hanno nature diverse. Con questa espressione mostra l’impossibilità di interazione tra loro. Una natura umana, l’altra divina. Ma questo non impedisce il dialogo, anzi lo incoraggia, vista la necessità dell’uno per l’altro.
È con questa premessa di coesistenza tra due realtà che abbiamo proposto il progetto di questa mostra. Dopo aver scelto il contesto patrimoniale del Castillo de San Jorge di Siviglia come luogo per esporre questa mostra di artigiani contemporanei, abbiamo chiesto di non toccare le rovine, ma solo di osservarle dalla mostra come sfondo. La complessità di sospendere l’intera collezione alla struttura del tetto (l’attuale mercato di Triana) ha reso l’intervento ancora più complesso.
Si cerca uno spazio di dialogo. Può sembrare contraddittorio che, nei resti di un castello dell’Inquisizione, venga ospitata una mostra che favorisce il dialogo. Artigiani e artisti di diversa provenienza mostrano il loro lavoro in un dialogo permanente, non solo con il materiale dei pezzi creati, ma anche con il contenitore stesso.
Dopo aver attraversato la rovina, vengono sospese delle pietre illuminate che conterranno ciascuno dei pezzi preziosi della mostra. Queste pietre, quasi prive di peso, saranno il contenitore e i piani illuminanti. Così, la perfetta geometria di pezzi precisi avrà il compito di stabilire una logica della mostra. Queste pietre, quasi prive di peso, saranno i piani di contenimento e di illuminazione. Così, la perfetta geometria di pezzi precisi avrà il compito di stabilire una logica alle rovine, insieme alla loro qualificazione e integrazione.
Dopo aver attraversato le rovine illuminate da queste geometrie perfette, senza essere toccate, diventa evidente la necessità di un dialogo tra i pezzi stessi e il patrimonio che abitano.